Triduo Pasquale – C - Venerdì - Passione del Signore (Giovanni)
 La passione del Signore - Oggi la chiesa non celebra l'Eucarestia
 Is 52,13 - 53,12 Eb 4,14-16.15,7-9 / Gv. 18,1- 19,42 -
 Tutti ormai lo conoscevano e con gioia e ammirazione parlavano di lui,era buono con tutti e faceva del bene a chi era nel bisogno ed insegnava con autorità. Ma ad alcuni dei notabili non piaceva. Il suo fare e il suo dire era un continuo rimprovero per loro,bisognava eliminarlo. Dopo un sommario processo è condannato a morte e per di più in croce quale fosse un grande malfattore. Lo vestono di porpora per umiliarlo,sul capo gli mettono una corona di spine come dire –tu ti sei fatto re -e una canna per scettro regale. Poi lo umiliano passandogli davanti,lo bastonano e insultano e gli offrono una croce da portare fin sul luogo del supplizio. Lungo la strada,umiliazioni, fustigate, sputi e insulti e urla insensate. Cade più volte sfinito
sotto il peso dell'abbandono,del tradimento e del rifiuto dell'uomo.
Incontra per la via per pochi minuti la madre e ne prova consolazione e umiliazione insieme. Consola le donne piangenti. La Veronica commossa con un asciugatoio deterge il suo volto piagato,la Sua Immagine vi rimane impressa. Sul colle viene umiliato con la spogliazione delle vesti, inchiodato alla croce. Chiede aiuto per la
sua sete e gli porgono aceto. Chiede perdono per tutti scusando l'ignoranza dell'uomo. Al Padre che ha tanto amato, consegna il suo spirito per ritornare nella pienezza della Vita. Ma il terzo giorno risorgerà, è la sua promessa!
 TRACCIA di RIFLESSIONE:
La lettura della Passione secondo Giovanni costituisce il modo privilegiato di accesso al mistero pasquale, che in questo giorno riviviamo soprattutto come morte del Signore. Gesù muore nel momento in cui nel tempio si immolano gli agnelli destinati alla celebrazione di pasqua: la sua è un’immolazione reale, un sacrificio compiuto una volta per tutte, perché la vittima spirituale ha reso inutile le vittime materiali. A Gesù non vengono spezzate le gambe, in conformità alla prescrizione rituale, (Es. 12,46); dal suo fianco trafitto sgorga il sangue, da cui sono segnati gli appartenenti al nuovo popolo, quelli che Dio salva. Cristo crocifisso è il vero Agnello pasquale; è lui la nostra Pasqua immolata. Vero perché è la realtà di ciò che i sacrifici esprimevano: la salvezza ricevuta e sperata, l’alleanza con Dio e l’inserimento nel suo disegno. Il dialogo con Pietro mostra Gesù silenzioso mentre l’autorità, in questo momento al servizio del peccato del mondo che acceca il popolo, decide della sua sorte e lo
condanna. Sulla croce sono iniziate le nozze dell’Agnello, che avranno il compimento nella festa del cielo.
1 Lettura: Dal Servo di Dio schiacciato per le nostre iniquità, e dalla sua intercessione per i peccatori, ci viene la liberazione e il perdono. Questo misterioso servo porta già in se i segni e le vicende della passione e del dolore di Cristo, per mezzo del quale sarà compiuta la volontà del Signore, cioè il piano di redenzione del genere umano.
2 Lettura: Non dobbiamo trascurare l’aspetto doloroso della nostra redenzione, cioè la sofferenza e il sacrificio del Figlio di Dio sulla croce, la sua consegna al Padre, la sua obbedienza e preghiera che Dio ha ascoltato, richiamandolo dalla morte, con la risurrezione. Per questa obbedienza, che ce lo ha reso intimamente socio e partecipe della nostra umanità, il suo sacrificio è stato gradito e noi siamo stati salvati.
Dobbiamo essere in comunione con l’obbedienza di Gesù: questo vuol dire fare la volontà di Dio.
LA  PASSIONE – Gesù compie la sua passione nell’affidamento al Padre, nella piena libertà del suo dono. E’ lasciato solo, tradito, rinnegato: è l’uomo che muore solo per il popolo. Ma appare nella sua regalità, irriso dai soldati e da altri. “ Io sono re “. Chi è dalla verità ascolta la mia voce. Anche Pilato non si trova da questa parte.
L’avvenimento è passato, ma il suo segno, la sua grazia, la sua efficacia rimangono.

 Oggi commemoriamo la morte del Signore, l'evangelista Giovanni ci ricorda: "Gesù, dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine" donandosi alla morte per riscattarci dalla morte del peccato. Tanto è vero che "Non c'è amore più grande di chi da la sua vita per i propri amici" La croce diventa così, per volere di Dio,
sorgente di vita, segno di speranza e promessa di vittoria. Il profeta Isaia, nel 4 canto del Servo del Signore, vuole delineare i tratti sofferenti di Cristo al momento della sua passione. E tutto questo annunciato si è pienamente realizzato in Cristo. Così il Padre ci ha preceduto per educarci a questo momento di grazia. Nella passione,
viene descritto tutto il cammino della sofferenza del Signore, dal momento del tradimento, le umiliazioni e torture, i giudizi cattivi e ingiusti dell'autorità sia civile che religiosa, e, sebbene riconosciuto innocente, è condannato alla croce. Prima di morire, dalla croce, Gesù consegna alla Madre il giovane discepolo e chiede perdono al Padre per i suoi crocifissori. Pilato, dopo aver accertato la morte, consegna il corpo del Cristo a Giuseppe per la sepoltura.
Chiuso il sepolcro con la pietra, perchè il corpo non sia trafugato, si rimane in attesa dell'annuncio: "è risorto".

DAVANTI A TE, SIGNORE
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