AVVENTO

 

Attendere è atteggiamento di gentilezza per

Vivere con l’ospite momenti d’amicizia che

Vincono le passate incomprensioni.

Escludere è cosa presto fatta ma

Non sai mai a cosa vai incontro, potrai

Trovare necessità della persona ora esclusa

Ogni volta che le tue forze vengono a mancare.

Il tempo di avvento ha un duplice carattere: è tempo di preparazione alla solennità del Natale, che commemora la prima venuta del Figlio di Dio tra gli uomini; ed è anche tempo in cui, mediante questo ricordo, l’animo fedele deve orientarsi verso l’attesa della seconda venuta del Cristo, alla fine dei tempi, accogliendo e invocando la continua venuta del suo regno nell’oggi della Chiesa. Per questi motivi, il tempo i avvento è tempo di fedele e gioiosa ripresa spirituale, nell’attesa che si compia la beata speranza e il Signore nostro ritorni quale salvatore. La liturgia della parola è caratterizzata da tre figure – guida: il profeta Isaia, Giovanni, il precursore, e Maria, madre del Signore. L’avvento è articolato in due parti: la prima dall’inizio al 16 dicembre, la liturgia sottolinea l’aspetto escatologico dell’avvento e i segni che conducono a riconoscere e a vivere i tempi messianici. Dal 17 al 24 dicembre, essa prepara più direttamente alla solennità del Natale.  

 

 

 

 

Tempo di preghiera e di grazia.

 

Noi sappiamo che il tesoro del cristiano non è sulla terra, ma in cielo.

Il nostro pensiero quindi dobbiamo volgerlo dov’è il nostro tesoro.

Questo deve essere il vero compito di ogni uomo: pregare per saper amare.

Pregando e amando, l’uomo trova la sua vera felicità sulla terra.

 

La preghiera è unione con Dio. L’uomo quando è libero e unito a Dio, prova una grande soavità interiore che lo inebria di gioia, ed è protetto e guidato da una luce che lo circonda misteriosamente. In questa intima unione dialogica, Dio e l’anima sono totalmente legati insieme che nessuno potrà mai separarli.

 

Quanto è grande questa unione tra Dio e la sua creatura. E’ una felicità che non ci è possibile comprendere.

 

Nella nostra indegnità, Dio ci ha permesso di parlare con lui, e la nostra preghiera diventa come incenso a lui gradito. Anche se il nostro cuore è piccolo, la preghiera lo dilata e lo rende capace di amare Dio e quindi i fratelli. Con la preghiera ci portiamo in cielo e sentiamo come qualcosa che entra in noi dal paradiso, lasciandoci una grande dolcezza.

 

Attraverso la preghiera dimentichiamo tutti i nostri dolori e fragilità. Il tempo della preghiera scorre velocemente portando felicità all’uomo che non avverte più la sua lunghezza e stanchezza. Leggiamo nella vita dei santi persone che si dedicavano alla preghiera, perché tutte dedite al Signore, nel loro cuore non c’era alcuna divisione e parlavano con lui come noi ci parliamo gli uni agli altri.

 

Quando ci mettiamo in preghiera spesso non sappiamo come dobbiamo fare o cosa domandare. Mentre ogni volta che ci rechiamo da qualcuno, sappiamo bene perché ci andiamo.

 

Non dobbiamo aver fretta con il Signore, ogni volta che ci mettiamo in adorazione davanti al Signore, otterremmo tutto quello che domandiamo, se preghiamo con fede viva e con un cuore libero da ogni disordine.

Gesù è maestro di preghiera: si ritirava in luoghi deserti, da solo, per contemplare la parola di Dio.

 

 

 Camminiamo verso il NATALE

 

Gesù è luce del mondo

a) perché dopo 2000 anni si parla ancora del figlio di un semplice falegname?

b) perché annoveriamo la sua data di nascita tra quella dei grandi della terra, tanto da prendere l’anno della sua nascita come anno zero, per indicare una nuova era della storia dell’uomo?

1) Gesù è una persona viva (Dio) ed è ancora in mezzo a noi (Sarò con voi fino alla fine del mondo)

2) parliamo di Lui perché è in mezzo a noi.

3) leggiamo e ascoltiamo le sue parole e i suoi insegnamenti e parla ancora a noi.

4) quando ci raduniamo come Chiesa (assemblea) Lui si dona a noi.

5 )quando aiutiamo qualcuno noi aiutiamo Lui “qualunque cosa farete al più piccolo,                l’avrete fatta a me”

6) è fondamentale la sua presenza per la vita nostra, come la luce per la vita.

* Ogni anno a Natale tutto si illumina, nasce una vita nuova, una luce che vince le tenebre, nasce il “ Salvatore “

* diciamo che Gesù (Dio) è venuto a illuminare coloro che erano nelle tenebre, perché Lui avrebbe col dono della sua vita:

- perdonato i peccati

- fatto di noi una sola famiglia

- donato la vita eterna

- mostrato l’amore di Dio Padre

- rimasto sempre con noi

- e preparato un posto in cielo.

Gesù, non è solo messaggero, ma è il Messia aspettato dagli uomini, di sé dice:

“ Io sono la via, la verità e la vita ”

A)    si è rivelato un uomo meraviglioso, capace in tutto, mai incontrato prima di Lui, e un altro come Lui non si è più trovato e non si troverà.

B)     Tra i grandi della terra ha il privilegio di aver diviso la storia in: prima di Lui e dopo di Lui. Quando tutto il mondo, allora conosciuto dai Romani, era in pace, è nato Lui nella povertà, anno zero. Con Lui inizia una nuova era e vita.

1)      Gesù è il figlio di Dio ( Dio eterno) Dio non nasce e non muore, nasce come uomo, ora è vivo in mezzo a noi in maniera invisibile, ma operante in ciascuno di noi, e lo sarà fino alla fine dei tempi.

2)      Dove due o tre sono radunati nel suo nome, Lui è presente, e parla attraverso le Scritture, in particolare nel Vangelo.

3)      Non si stanca mai di parlare e di chiedere coerenza di vita attraverso l’insegnamento della Chiesa, nel catechismo e a Messa.

4)      Lui si è fatto nostro cibo, nostro nutrimento, attraverso la parola e il pane, perché il suo corpo, che ha parlato di amore e parla tuttora, ci permette di vivere per sempre anche dopo la nostra morte. Nell’ultima cena ha comandato ai suoi apostoli “fate questo in memoria di me”, e ancora oggi in tutto il mondo, quando celebriamo l’Eucarestia o Messa, ricordiamo e rinnoviamo il suo sacrificio col dono del pane della vita di cui noi facciamo comunione.

5)      Ogni uomo è immagine di Dio, noi col battesimo, siamo diventati figli di Dio e fratelli di Gesù, noi lo portiamo sempre in noi, non solo col nome di cristiani da (Cristo) ma con la vita nuova che ci è stata trasmessa col togliere il peccato originale, qualunque cosa noi facciamo di bene o di male, la facciamo a Lui.

6)      La luce è motivo di vita, guai a noi se mancasse la luce del sole, è sicurezza e ci permette ogni attività. Così Cristo, inizio e termine di ogni cosa ci permette di realizzarci nel nostro meglio per raggiungere la Sua perfezione = diventare santi.

A Natale rinnoviamo il grande dono che Dio ci ha fatto, facendosi uno di noi, nella povertà, nell’umiltà, ma non nel peccato.

* E’ la luce vera che illumina il cammino di ogni uomo, noi accendiamo le luminarie per le strade, facciamo l’albero con le luci, per ricordarci della vera Luce che è Cristo, e che noi con Lui siamo diventati luce e dobbiamo fare gesti di bontà.

* E’ venuto a illuminare coloro che non conoscono Dio ed erano tristi, Gesù è la gioia che comunica la salvezza, cioè il perdono dei peccati, attraverso Lui infatti:

.noi siamo perdonati

.siamo diventati parte della sua famiglia

.ci chiama a vivere per l’eternità

.ci ha presentato e fatto conoscere Dio come nostro padre, che è pienezza di amore.

- Tanto è grande il suo amore che non può e non vuole allontanarsi da noi.

- inoltre vuole che dove è Lui, noi lo raggiungiamo

- Gesù oltre che Messia è vero Dio, ed è per ciascuno di noi l’unico Salvatore:

* è la Via che conduce alla vita,

* è la verità che illumina il nostro cammino

* è la vita vera che è gioia infinita.

 

 

 

 

 

Tutti e tutto come fratelli.

Voi avete un solo Padre, siete tutti fratelli. (Mt. 23, 8-9) Francesco faceva spesso delle quaresime e si preparava con fervore a celebrare il mistero della natività. Ricordiamo il presepe di GRECCIO. 

 

 

Questo passo del Vangelo è per Francesco un richiamo al cambiamento di vita, di conversione per ritornare a vivere il Battesimo, e a chiamare Dio nuovamente con il nome di Padre e, quindi, a comportarsi come un figlio. Nel Cantico delle Creature, che tutti conosciamo, chiama ogni cosa creata come fratello e sorella e di ognuna mette in risalto le qualità che possiedono e sprigionano, come doni particolari del Creatore. A Dio, dice, convengono la lode, la gloria, l’onore e ogni benedizione per tutto quello che ha creato, perché ogni dono parla della sua grandezza. Canta la bellezza e la forza di fratello sole, che apre le porte al nuovo giorno e, ci illumina e ci riscalda. E’ bello, luminoso e sprigiona un grande splendore che è segno della grandezza di Dio. Canta la novità della luna e delle stelle quali sorelle, formate e stabilite nel cielo, con un chiarore luminoso che manifestano un eccezionale preziosità e bellezza. Chiama fratello anche il vento, questo si muove in ogni tempo, con sereno e con le nuvole, la sua presenza è sostentamento e forza per le creature, ma quando impazzisce è rovina. Canta sorella acqua, sappiamo che è molto utile, anzi necessaria, la canta come creatura umile, preziosa e pulita. Noi la conosciamo anche invadente e dannosa molte volte, perché ingovernabile. Anche il fuoco è fratello, noi lo temiamo quando è prepotente e distrugge ogni cosa e porta morte e desolazione, ma lo riconosciamo necessario per le urgenze della vita dell’uomo e per il suo lavoro. Canta sorella l’ultimo momento della vita dell’uomo, la morte, che ci spaventa sempre, ma Francesco riconosce che questa è la porta che ci introduce ad una nuova esperienza che sarà per l’eternità, se accolta in ubbidienza e amore. A noi insegna che l’essere fratelli è portare i pesi gli uni degli altri. Cioè nel sopportare, la vera comunione, ci dice, è accogliere l’altro anche quando pesa e, qui non si tratta di chili, ma di un comportamento difficile.

La vera fraternità si manifesta attraverso il servizio del buon esempio, che richiede la nostra trasformazione, facendo violenza alle nostre pigrizie, cattive inclinazioni di vanità e di egoismi e, a quella riluttanza nel compiere quelle faccende che richiedono a volte rinunzia, fatica e dolore. Ci dice ancora che possiamo sentirci fratelli attraverso il servizio del dialogo, per comprendere e farsi comprendere, per giungere ad una carità che non è fatta di parole, ma di vita con le opere che ne conseguono. Uno è fratello, ci dice ancora Francesco, quando vive la fiducia e la stima, che va costruita e non regalata come benevolenza, ma nel riconoscere il valore dell’altro in quanto persona, immagine vera di Dio, quindi quale sacramento di Cristo.

Si è fratelli attraverso una vita di confidenza, questa si fonda sulla consapevolezza della interdipendenza e al superamento dell’autosufficienza. E’ importante aprirsi all’altro con confidenza per scambiarsi esperienze e necessità. E’ vero fratello colui che vive in sincerità e lealtà.

Queste sono inseparabili per una buona relazione fraterna. Il fratello sa correggere e si lascia guidare, non si risente se richiamato, ma ringrazia per il bene ricevuto, perché con questo suo cambiamento potrà aiutare altri fratelli a ritrovare la via che conduce a Dio e ad abbracciare tutti come fratelli, veri doni del Signore.

 

Meditazione nella festa di san Francesco.

DAVANTI A TE, SIGNORE
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