La QUARESIMA anno liturgico C

 

La Quaresima ha la sua giustificazione nella Pasqua.

Presa in sé, come periodo di sforzo e mortificazione, offre una visione distorta della vita cristiana. Del resto la sua stessa origine storica prova che una quaresima senza Pasqua non ha senso. Infatti il primo tempo liturgico che la Chiesa ha celebrato è la – cinquantina pasquale - , che è l’espansione gioiosa della Pasqua nelle sette settimane che vanno dalla domenica di Risurrezione alla domenica di Pentecoste. Solo più tardi le comunità cristiane sentono il bisogno di una preparazione alla Pasqua che sottolinei l’aspetto di un impegno e lotta al seguito di Gesù che cammina verso la Croce, passaggio obbligato per la gloria della Resurrezione. Non si può vivere a livello pasquale, in corrispondenza dei doni dello Spirito, se manca la conversione, il perdono e il servizio.

Probabilmente la necessità di questa annuale preparazione è stata sentita come urgente da comunità nelle quali cominciavano ad essere numerosi i cristiani che non avevano seguito il lungo itinerario di ascolto della Parola di Dio, per essere più fedeli al Vangelo. Il tempo della Quaresima, come preparazione al Triduo di Pasqua per poi sfociare nella cinquantina della gioia, ha posto in evidenza che la Pasqua di Cristo ha due versanti: quello doloroso, che arriva fino al venerdì sulla croce, e l’altro gioioso all’alba del primo giorno dopo il sabato.

La Pasqua è vertice che esprime l’esistenza storica e gloriosa del Signore, è un modello per i cristiani da vivere e contemplare, con fedeltà e con abbandono alla proposta divina.

La Quaresima è tempo di prova e di scelte, inizia con la liturgia delle Ceneri, segno di umiltà della situazione umana, è invito ad un cammino di maggior responsabilità per celebrare la Pasqua quale giorno della nostra salvezza in Cristo.

CENERI: inizio di un tempo in cui ciascuno di noi vuole mettersi responsabilmente alla prova per vedere se è capace di essere vero imitatore di Cristo.

- Prima domenica - L. Il popolo è invitato a ringraziare Dio e a professare la sua fede in lui, unico salvatore. Anche noi siamo invitati a fare altrettanto. Dt 26,4-10

V. Gesù è condotto dallo Spirito nel deserto. Durante i quaranta giorni trascorsi in solitudine, Gesù ha esperimentato la tentazione di dare alla sua missione un senso puramente umano. Ora egli associa alla sua prova e alla sua vittoria la chiesa. (Lc 4,1-13)

Riflessione. Anche noi siamo chiamati a dire continuamente grazie a Dio, perché?

Quando e come possiamo e dobbiamo credere? E a chi?

Seconda domenica – L. Dio stipula la sua alleanza con Abramo.

Abramo è uomo di fede e dell’obbedienza a Dio, a lui Dio promette una numerosa discendenza e una terra fertile, così inizia la storia del popolo eletto ( Gen 15,5-12.17-18) V. Mentre pregava il suo volto cambiò d’aspetto. La trasfigurazione manifesta la gloria di Dio che Gesù possiede in pienezza ed è preannunzio della resurrezione.(L 9,28-36)

Riflessione. Col battesimo Dio ha stipulato con noi un’alleanza, siamo disposti a dirci suoi figli con la nostra coerenza di vita? Solo la preghiera può aiutarci in un continuo cambiamento, ne sono convinto? Quanto tempo dedico ad essa e alla riflessione del Vangelo?

Terza domenica – L. Dio si manifesta a Mosè sull’Oreb. Attraverso il fuoco del roveto ardente, Dio si rivela a Mosè quale unico salvatore del suo popolo schiavo in Egitto e gli manifesta il suo nome facendosi conoscere come il Dio infinito e trascendente (Es 3,1-8. 13-15) V. Se non vi convertite, perirete. Gesù ci invita alla penitenza e alla conversione, richiamando l’attenzione su alcuni fatti tragici del suo tempo e raccontando la parabola del fico secco (Lc 13,1-9)

Riflessione. Nei sacramenti Dio si manifesta a noi, come mi preparo ad incontrarlo ogni volta? Come lo accolgo? Chi non cambia comportamento attraverso i sacramenti, muore. Gesù ci invita alla rinuncia, ad una vita più sobria e più vera e non da bulli sconsiderati o vanitosi e capricciosi.

 Quarta domenica- L. Il popolo celebra la Pasqua. Dopo la lunga peregrinazione nel deserto,il popolo giunge alla Terra promessa da Dio, compiendo così il giuramento stipulato con Abramo.(Gs 5,9.10-12) V- Parabola del figlio prodigo. E’ un po’ la nostra storia. Tutti noi siamo fragili, ma Dio è paziente e ci attende. La conversione è il nostro ritorno a lui, per gustare attraverso il perdono della chiesa la gioia di sentirci figli amati ritornando al Padre.(Lc 15,1-3. 11-32)

Riflessione - Per noi è bello ed importante celebrare le feste e la festa di Pasqua, perché è fare comunione con altri ma soprattutto con Dio. Perché la festa sia vera è necessario un lungo cammino di preparazione e conversione.

 Quinta domenica- L. Darò acqua per dissetare il mio popolo. Dio non abbandona il suo popolo schiavo a Babilonia, ma gli promette di rinnovare le meraviglie dell’Esodo per farlo libero; a noi promette libertà e salvezza (Is 43,16-21)

v. Chi è senza peccato scagli la pietra. L’episodio della peccatrice i dice che anche noi siamo facili a condannare gli altri. Gesù non è venuto a condannare, ma a dare il perdono e invitarci ad abbandonare le vie del male.(Gv8,1-11)

Riflessione - Dio provvede sempre il necessario. Lui ci libera dalla schiavitù del pecato se noi lo riconosciamo e ci offre una nuova terra da lavorare in noi. Non puntiamo mai il dito verso la debolezza altrui, siamo fragili anche noi. Il peccato è sempre con noi, ma possiamo allontanarlo con una vita più attenta e responsabile attraverso l’aiuto della nostra legge scout.

DOMENICA  DELLE  PALME  ( acrostico)


Dopo tanta predicazione e segni nel popolo
Ora Gesù sale verso Gerusalemme per la festa.
Molta è la folla che vi trova e che l’accoglie
Entusiasta cantando: Osanna al figlio di Davide.
Non tutti però acclamano il Salvatore,
Infatti tra il popolo sono presenti i Capi e Sacerdoti,
Che non riconoscono quel nome quale Messia.
A loro si presenta l’occasione per farlo condannare.

Domenica di festa è per tutti i cristiani d’oggi,
E di tutti i tempi, che accolgono il Signore.
Liberi da ogni compromesso con il potere e il male
Lodano e acclamano la liberazione ormai vicina
E con entusiasmo ora celebrano la Pasqua.

Palmorelli e ramoscelli d’ulivo portano in mano
Alzandoli verso il cielo per ottenere protezione.
La loro gioia si fa sentire per tutta la terra
Manifestando la fede trasmessa e vissuta in vita
E desiderosi che si propaghi nel mondo con la pace.



BUONA  PASQUA

QUARESIMA Anno A – Verso la pasqua.

 

Il cammino quaresimale inizia con la liturgia del Mercoledì delle Ceneri.

Il rito della imposizione delle Ceneri richiama l’umiltà della situazione umana mortale. Non basta soltanto il gesto esterno liturgico per convertirci, occorre che il tempo della quaresima sia inizio di una vita rinnovata. Gioele (2,12-18) ci invita a ritornare al Signore con un’autentica conversione del cuore.

San Paolo nella lettera ai Corinzi (5,20. 6,2) si presenta come ambasciatore da parte di Cristo e ci invita: “Lasciatevi riconciliare con Dio”.

Questo è il tempo della salvezza. Nel Vangelo di Matteo (6,1-6. 16-18) Gesù ci indica il vero spirito con cui dobbiamo fare la preghiera, l’elemosina e il digiuno: non dobbiamo cercare l’applauso degli uomini, ma solo il compiacimento da parte di Dio.

Prima Domenica anno A

Dubitare della esistenza di Satana è lasciarsi vincere dall’astuzia del demonio, che è quella di farci credere che lui non esiste. ( Gen. 2,7-9.3,1-7 )

Il male dell’uomo dipende indipendentemente dall’uomo che vuole gestire il bene e il male a suo piacimento.

San Paolo nella lettera ai Romani (5,12-19) dice: -chi rimane nel peccato riceve un giudizio di condanna; chi è giustificato per la fede in Cristo riceve la salvezza.

Nel Vangelo di Matteo (4,1-11) viene presentato il digiuno di quaranta giorni svolto da Gesù nel deserto. Ricalca la triplice tentazione del popolo pellegrino nel deserto.

Gesù è vincitore perché usa, quale arma di difesa, la Parola di Dio e non accetta una gloria di questo mondo in contrapposizione alla gloria che viene da Dio.

Seconda Domenica anno A

In questa domenica si proietta già la luce della Pasqua. Chi sa incamminarsi sul monte della trasfigurazione è già pronto per capire il mistero pasquale di morte e risurrezione per la salvezza degli uomini.

Il libro della Genesi (12,1-4) ci presenta l’atto di fede di Abramo quale modello di ogni vocazione, perché alla fede è legata la promessa di Dio e la sua benedizione.

San Paolo ricorda nella sua lettera a Timoteo (1,8-10) che la fede è un rischio che comporta sofferenze e prove, ma è rischio sostenuto dalla potenza della grazia di Dio.

Nel Vangelo di Matteo (17,1-9) troviamo la trasfigurazione di Gesù, questa manifestazione rivela ai discepoli che Gesù è veramente il Messia, colui che condurrà il nuovo popolo. Mosè ed Elia convengono presso Gesù perché ne sono stati la preparazione e anche l’attesa. La quaresima può essere momento della nostra trasfigurazione per inserirci maggiormente nella vita luminosa del Cristo.

Terza Domenica anno A

Il tema dell’acqua che troviamo in questa domenica ci invita a rivivere il significato del nostro battesimo. Siamo stati lavati e rigenerati a vita nuova, ora dobbiamo essere coscienti che dal nostro essere battezzati deve significare per noi una sete (una arsura) del Cristo e quindi di Dio. Gesù ebbe una sete così viva della fede della Samaritana che al pozzo gli chiedeva acqua, fino a che la condusse a Dio.

Nel libro dell’Esodo (17,3-7) il popolo chiedeva acqua a Mosè. Il popolo liberato dalla schiavitù, ora affronta le prove del deserto per giungere alla terra promessa: la siccità fa loro scoprire che solo Dio è l’unica sorgente di acqua salvifica che esce dalla roccia.

San Paolo nella lettera ai Romani (5,1-2.5-8) ci ricorda che il nostro essere giusti dipende unicamente dall’offerta sacrificale che Cristo ha fatto di se stesso. Verifichiamo la forza di questo amore che costituisce la grazia di cui vantarci per la futura nostra gloria.

Nel Vangelo di Giovanni (4,5-42) leggiamo che quando l’uomo abbandona la sua diffidenza, entra nel mistero di Cristo. Gesù si presenta come sorgente di acqua viva che zampilla. E’ vero profeta che i ricorda che Dio va adorato ovunque, in ogni luogo, e sempre. E’ questo un saggio di educazione alla fede, il colloquio di Gesù con la Samaritana può essere stimolo per una buona preparazione alla Pasqua.

Quarta Domenica anno A

Con il cieco nato siamo alla scoperta della vera luce che è Cristo.

Prepararsi alla Pasqua vuol dire rivivere il battesimo (ricordi le promesse e le rinunce?), come momento di revisione del nostro comportamento di vita; apriamo gli occhi sul significato della nostra stessa vita e chiediamo la luce di Cristo su di noi.

Nel 1 libro di Samuele(16,1-4.6-7.10-13) leggiamo come Dio non si lasci scoraggiare dall’esteriorità di vita del popolo, egli sceglie chi è umile e piccolo, (non di statura, ma umile) chi conosce la propria povertà e si fida di lui. Dio sceglie Davide, l’ultimo tra i fratelli, come poi sceglierà Maria, l’umile ancella, per eleggerla Madre del suo Figlio.

San Paolo nella lettera agli Efesini (5,8-14) ci ricorda che tutti dobbiamo passare dal mondo delle tenebre o peccato al mondo della luce o grazia e che dobbiamo sentirci impegnati a denunciare con coraggio le cattive azioni e sconfiggerle con una nuova condotta di vita.

Nel Vangelo di Giovanni (9,1-41) ci viene presentata la fede del cieco nato. Al comando di Gesù, si lavò e tornò che ci vedeva. La guarigione del cieco nato è simbolo della illuminazione prodotta dalla viva dfede dell’interessato. La quaresima ci conduce alla Pasqua, dove lavati nella notte santa possiamo vederci completamente. Se chiudiamo gli occhi davanti alla luce, è come essere ciechi. Questo è stato il comportamento dei Giudei davanti a Gesù, non vollero riconoscerlo come il Messia mandato da Dio a salvarli. Quando vive in noi l’orgoglio e rigettiamo la verità che si manifesta, non servono più nemmeno i miracoli per farci vedere la vera luce.

Quinta Domenica anno A

Gesù si è proclamato Signore della vita. La risurrezione di Lazzaro ci invita ad accelerare il nostro passaggio pasquale (Pasqua vuol dire passaggio), la risurrezione è segno della nuova creazione alla quale noi tutti col battesimo siamo inseriti, in quanto morti e risorti con Cristo. E’ chiesta la nostra collaborazione perché questa vittoria divenga efficace in ogni giorno della nostra vita.

Nel libro di Ezechiele (37,12-14) i viene ricordato che per la forza rinnovatrice dello Spirito, l’esilio finisce e i morti risorgono; era questa la profezia annunciata e che ora si è realizzata. La conversione quale ritorno alla grazia avviene sempre per opera dello Spirito.

San Paolo nella lettera ai Romani (8,8-11) ci ricorda che lo spirito dimora in noi, per questo noi apparteniamo al Signore. Essere in grazia vuol dire avere lo Spirito di Gesù siamo nuove creature, attraverso la sua morte.

Nel Vangelo di Giovanni (11, 1-45) ci viene ricordata la risurrezione di Lazzaro, in questo miracolo ci sono rivelate l’umanità e la divinità di Cristo come anticipo della sua glorificazione. Cristo ha quindi potere sulla morte. Anche Gesù davanti alla morte prova amarezza e si commuove, piange con coloro che piangono. La fede deve essere più forte del pianto, perché sia superata la morte definitiva.

Domenica delle Palme.

Con questa domenica si apre la settimana santa o di passione, la più importante di tutto l’anno liturgico. In essa viene celebrato il mistero pasquale di morte e risurrezione del Figlio di Dio. Giorni di passione per la comunità che si raccoglie per commemorare questi avvenimenti salvifici. Giorno questo in cui Cristo entrando festosamente in Gerusalemme è accolto e acclamato come Messia atteso e applaudito re dei Giudei, giorno tremendo perché si aprono le spirali di condanna nei suoi confronti.

Nel libro di Isaia (50,4-7) il Servo di dio viene presentato come modello di docilità, che ascolta ed esegue ciò che la Parola esprimeva, uomo sottomesso ai flagelli, agli sputi e agli scherni; uomo che non si ribella e non si ritira dal compiere fino in fondo la missione affidatagli dal Padre.

San Paolo nella lettera ai Filippesi (2,6-11) ci ricorda come Gesù, pur essendo di natura divina, si sottomette all’obbedienza fino alla morte in croce.

Nel racconto della passione di Matteo (26,14-27,66) si narra dal momento della istituzione dell’Eucarestia fino alla sepoltura. Non sia un semplice ascolto, ma viva partecipazione a questo fatto, è momento nuovo di grazia per noi che il Figlio di Dio ci offre ancora per entrare in comunione con lui nella pienezza della vita nuova.

QUARESIMA Anno B -

Verso la Pasqua                                       

 

Sono sei la settimane che ci preparano alla celebrazione della Pasqua, cuore di tutto l’anno liturgico e compendio di tutti i misteri della salvezza.

Questi quaranta giorni sono il ricordo dei giorni che Gesù passò nel deserto, giorni di scontro con il demonio e giorni della sua vittoria sul tentatore.

In questo tempo Gesù è nutrito dalla parola di Dio tanto da rimandare ogni suggestione e provocazione del demonio, scegliendo il cammino presentatogli dal Padre: la redenzione mediante l’umiliazione della croce.

Questo tempo sarà per noi motivo per avvicinarci maggiormente alla parola di Dio per attingere forza per seguire Gesù.

Il cammino ci richiama il tempo in cui il popolo d’Israele lungo il deserto, trova la sua liberazione e la fine della schiavitù.

Questo tempo fu occasione di segni e prodigi per il popolo eletto: la manna, le quaglie e l’acqua.

La manna sarà per noi segno dell’Eucarestia; l’acqua viva dalla roccia sarà il dono dello spirito e la luce che di notte accompagnava il loro cammino sarà per noi il Cristo, luce luminosa che ci guida, Lui che è verità, e Legge per noi sarà il Vangelo.

Quaresima è tempo di ritorno, di conversione, di confessione delle colpe e cambiamento dal rimorso e dalla tristezza alla gioia della vita nella grazia.

Per noi saranno attuali gli incontri di Gesù che vedremo in queste domeniche: la Samaritana, e i vari miracoli.

 

Mercoledì delle Ceneri – anno B

Gl 2,12-18 /Sal 50 /2Cor 5,20 – 6,2 / Mt 6,1-6.16-18

 

Nel tempo della quaresima si rinnova la memoria della grazia della passione e della morte del Signore, per poter beneficiare di questo dono è necessario metterci in stato di penitenza, cioè ritornare al Signore con tutto il cuore, la mente e le forze, nella fedeltà del nostro vivere quotidiano.

Il Vangelo ci presenta tre momenti forti per la nostra attenzione nel come situarci davanti al Signore: sia nel fare l’elemosina, nel tempo della preghiera e in ultimo nel momento del digiuno.

Se il nostro cuore è aperto e sincero tutto farà con grande umiltà.

 

1a Domenica anno B - Gen 9,8-15 /Sal 24 /1Pt 3,18-22 /Mc 1,12-15

 

La prima lettura ci ricorda che se il diluvio ha distrutto tutto, in realtà ha anche purificato dal peccato e dal male presente. Dio però ristabilisce la sua Alleanza e offre nuovamente la sua comunione con l’uomo.

Il salmo ci suggerisce e ci invita ad ascoltare gli insegnamenti del Signore, perché giusti e aiutano ad entrare in piena comunione con Lui.

Nella seconda lettura l’apostolo ci ricorda che il diluvio è immagine del   2 nostro Battesimo, mentre distrugge il male, opera la salvezza di Dio.    

Il Vangelo ci presenta Gesù tentato come ogni uomo, nel momento più sacro della vita, quando è raccolto in preghiera e digiuno, ma a differenza di tutti, Lui non soccombe al male, anzi lo allontana da se con la Parola di Dio.

Ci ricorda così che il popolo di Iasraele nel deserto fu vittima delle seduzioni e mancò sdi fedeltà all’Alleanza con Dio.

 

2a Domenica anno B - Ger 22,1-13 /Sal 115 / Rm 8,31-34 / Mc 9,1-9

 

La prima lettura ci suggerisce che la fede è prova, è dimenticare il proprio io, il propri progetti ed è esigenza di fidarsi solo di Colui che promette novità di vita per noi perché vuole il nostro vero bene.

Il salmo ci invita a camminare sempre con onestà davanti al Signore, guardando ai suoi precetti e praticandoli con fedeltà.

Nella seconda lettura l’apostolo ci invita ad una piena fiducia, a non temere nulla e nessuno, perché Dio sta dalla nostra parte e l’uomo non potrà farci nulla di male, per realizzare questa salvezza manderà suo Figlio.

Nel Vangelo ancora una volta ci viene presentata l’identità vera di Gesù, come già ricordiamo nel giorno del suo battesimo al Giordano, Lui il Figlio di Dio, Parola che salva. La tenda di Dio in mezzo a noi in quanto incarnandosi ha preso la nostra carne.

E’ l’Emmanuele, il Dio con noi.

La trasfigurazione è anticipazione di quello che sarà la sua gloria dopo aver concluso in obbedienza la sua vita, fino alla morte e la risurrezione.

 

3a Domenica Anno B – Es 20,1-17 /Sal 18 /1Cor 1,22-25 / Gv 2,13-25

 

Dio mantiene viva la sua prenza in mezzo a noi anche tramite i suoi Comandamenti, segno questi della sua attenzione e del suo amore nel guidare e mantenere il suo popolo in dignità.

Non dobbiamo sentirli come un peso in quanto proibiscono qualcosa, (in realtà ci rendono liberi da ogni schiavitù del male che spesso non vogliamo riconoscere) sono in realtà una vera condizione di fraternità e di comunione con Lui e con tutti.

Il Salmo conferma che le parole (Comandamenti) di Dio sono date a noi per avere la vera vita e sono certezza di rettitudine nel nostro cammino.

Nella seconda lettura l’apostolo ci esorta a non dimenticare che la salvezza operata da Dio con la morte del Figlio in croce sia inutile o sia stoltezza, come pensano i pagani, ma coloro che conoscono quanto sia grande l’amore di Dio sanno che è salvezza. Il giudizio di Dio non è come il giudizio dell’uomo.

Nel Vangelo odierno notiamo che a Gesù non piace tutto quel disordine che s’è venuto a creare intorno e dentro il Tempio. Per Lui è casa di Dio e di preghiera, e come tale deve essere mantenuta nel decoro delle cose e     3 nell’esercizio del ulto.

Dio ascolta in questo luogo la preghiera dei suoi che lo cercano, lo invocano e hanno bisogno delle sua misericordia.

Ci ricorda che noi siamo pietre vive per costruire il vero tempio di Dio.

Noi siamo luogo per cantare con la vita la nostra gioia di appartenere al Signore.

 

4a Domenica Anno B

2Cr 36,14-16.19-23 /Sal 136 / Ef 2,4-10 /Gv 3,14-21

 

La prima lettura ci ricorda che la mancanza di fedeltà alla parola data a Dio e il disordine morale venutasi a trovare nel popolo eletto, fa si che Gerusalemme sis devastata e il popolo deportato in esilio. Ma ci ricorda che anche in questo frangente Dio è sempre vicino al suo popolo, fa sentire attraverso i profeti la sua parola, perché lo ama e opera per la loro liberazione.

Il salmo ci ricorda che il popolo trovava gioia soltanto nel ricordo del nome del Signore, ora la gioia vera, piena e duratura è rimanere sempre fedeli ai comandamenti.

Nella seconda lettura l’apostolo ci ricorda che la salvezza è un dono, non è frutto di nostre capacità, come molti cristiani anche oggi credono e sperano, la salvezza è frutto della misericordia di Dio ma è anche fedeltà e impegno della collaborazione dell’uomo.

Il Vangelo ci ricorda che come allora nel deserto la salvezza era data a chi credendo se morso dai serpenti alzava lo sguardo verso il serpente elevato sull’asta, così ora l’uomo dovrà guardare e credere che la salvezza viene solo dall’uomo innalzato sulla croce. La debolezza dell’uomo-Dio si rivela forza e salvezza per l’uomo.

 

5a Domenica anno B – Ger 31,31-34 /Sal 50 /Eb 5,7-9 /Gv 12,20-23

 

Nella prima lettura viene annunziato il tempo dell’Alleanza che lega l’uomo a Dio nell’intimo del cuore, un”alleanza nuova”. Pertanto l’osservanza dei comandamenti non sarà la sopportazione di un peso fastidioso, perché scritta da Dio nel cuore dell’uomo e amata e osservata con gioia e fedeltà.

Il salmo è una richiesta di preghiera al Signore di donarci un cuore puro, cioè capace di bontà e disponibilità, capace nella debolezza umana di fare sempre ricorso a Lui.

La lettera agli Ebrei ci invita a non trascurare l’aspetto doloroso della nostra salvezza, in quanto il Figlio di Dio attraverso la sofferenza e il suo sacrificio ci ha procurato la salvezza. Ogni sofferenza è permessa perché è mezzo di purificazione dal male.

 Nel Vangelo Gesù annuncia imminente la sua sofferenza e la sua condanna in croce ad alcuni che cercavano di incontrarlo.

Spiegando che come il seme caduto in terra rigenera nuova vita e produce frutto, così attraverso la sua morte sarà possibile all’uomo ottenere la salvezza, e quando Lui sarà elevato da terra, attirerà tutti alla gloria.

 

Domenica delle Palme anno B

   Is 50,4-7 /Sal 21 / Fil 2,6-11 / Mc 14,1-15.47

 

Nella prima lettura il servo di Dio si presenta come il modello dell’umiltà, dell’ascolto della Parola e fedele nel compiere la volontà del Padre.

Possiamo dire che il suo destino è misterioso: è oggetto di scherno da parte di molti e non si ribella perchè ha in se la certezza di compiere un disegno particolare.

Ci ricorda che non è venuto per essere servito ma addirittura (Lui il Figlio di Dio) deve dare la sua vita per noi.

Nel salmo troviamo manifesta la sofferenza dell’uomo incamminato al supplizio, ma la sua preghiera gli da forza per restare fedele al progetto di Dio.

Nella seconda lettura l’apostolo ci presenta l’umiltà del Figlio di Dio che si spoglia della sua dignità e assume la nostra debolezza, eccetto il peccato, per giungere e sopportare l’oltraggio infamante della croce senza opporre resistenza, dopo di che ecco la risurrezione.

L’obbedienza al progetto d’amore e di salvezza di Dio è premiata.

Nella lettura della passione riascoltiamo per vivere anche noi il momento de’offerta che il Figlio di Dio compie per salvarci, non chiede di essere dispensato dalle prove, umiliazioni e sofferenze, accetta la morte come offerta sacrificale al Padre per riscattarci dal male del peccato e dalla stessa morte.

I vari personaggi che noi incontriamo in questa lettura e le varie situazioni che si presentano i dicono quanto è grande la nostra debolezza, ma anche quanto è più grande l’amore di Dio che si dona a noi nel Figlio.

Ora attendiamo gli ultimi giorni nei quali il mistero di salvezza si concretizza, nella passione, morte e resurrezione di Cristo e che ci preparano anche alla nostra resurrezione, in quanto corpo mistico del Cristo.

DAVANTI A TE, SIGNORE
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