Non è vanità,
non è male e nemmeno peccato.
Questa forza del nostro animo
è detta santa,
quando muove tutte
le nostre operazioni o qualità
interiori e materiali per agire
per il bene, nel nome
di colui che ci ha chiamato
ad essere sua viva presenza
nel nostro tempo,
il chiamato non è colui che è
affannato nella ricerca e
nell’accumulo di titoli,
resi sterili e
che conducono all’orgoglio
e a ogni sopraffazione.
Il santo orgoglio, quando
si sente riconosciuto con un:
bravo o bene,
accoglie questo apprezzamento in
umiltà e
cerca di migliorare il suo comportamento
e servizio a vantaggio
di Cristo presente nel fratello
in ogni momento della sua vita.
Il santo orgoglio è dunque
una disciplina quotidiana
che ci porta continuamente
a ricominciare
sempre da capo,
con nuove energie e con
tanta volontà di fare
ogni cosa in maniera sempre
più perfetta e completa
guidati da vero amore
per giungere
ad essere per tutti
amore che si dona.
Queste due parole
le abbiamo impresse
nella nostra memoria, ma
non vengono quasi mai usate.
Sono nel nostro cuore, perché
I nostri cari ce le hanno trasmesse,
ma in noi subentra una strana
fatica ad usarle.
La prima, che è importante,
è la parola: GRAZIE.
Ogni momento della nostra giornata
dobbiamo avvertire il dovere di
proferirla
a tutti coloro che in qualche modo,
hanno relazioni con noi, per il
lavoro, la vita stessa o altro ancora.
La seconda, importante anch’essa,
è la parola: SCUSA.
Tutti abbiamo qualcosa
da farci perdonare,
per la nostra indifferenza,
per la nostra assenza,
per un comportamento freddo e
per la mancanza di rispetto
che ormai è abitudine.
Sono semplici e belle
queste due parole,
e dicono molto,
perché dunque dimenticarle?
Non ci si può sentire grandi,
escludendole.
E’ vero uomo chi saprà dirle
sempre con cuore sincero.