I BENEFICI PASSI della QUARESIMA
GESU’  L’ UOMO  del  CAMMINO.

Dalla sua nascita fino alla sua morte, Gesù, è l’uomo del cammino. Già
nel grembo materno, con la madre, si sposta in Giudea dalla parente
Elisabetta e s’incontra con il cugino Giovanni che poi sarà il
battezzatore; c per il censimento si sposta a Betlemme per nascere in una grotta, viene presentato al tempio per l’offerta al Signore, fugge in Egitto per salvarsi dalla mano crudele di Erode, dopo la morte del tiranno ritorna a Nazareth in patria. Lui ha camminato sulle strade degli uomini con gli uomini, portando una nuova parola di pace e parlando della misericordia di Dio. In un primo tempo il suo andare per il mondo lo ha percorso da solo, poi, con alcuni discepoli ha iniziato ad annunciare il Vangelo della grazia, cammino fatto per
conoscere le difficoltà degli uomini e per condividere con tutti i doni di Dio. Ha presenziato alle feste partecipando della gioia degli sposi in Cana di Galilea e in altre occasioni; ha guarito gli ammalati, ha insegnato nelle loro sinagoghe e ha aiutato molti sfamandoli. Il suo cammino preferito era quello di seguire la volontà del Padre che con amore e totale obbedienza lo ha condotto fino alla
morte in croce per la nostra salvezza. La Chiesa svolge questo cammino
attraverso il tempo della quaresima per seguire la strada di Gesù, accompagnandolo passo passo fino alla salita del Golgota e nel
sepolcro.
Non è il cammino della disperazione o dell’abbandono, ma, il cammino  che ci porta alla festa e alla gioia di Pasqua. Non è il cammino in solitudine, perché molti nostri fratelli lo fanno con noi anche se in luoghi diversi; come noi e meglio di noi.
E’ un cammino che ci aiuta a conoscere meglio Gesù, per incontrarlo e
scoprirlo presente nei fratelli. E’ un cammino particolare, di quaranta giorni, dalle Ceneri alla Pasqua, per riscoprire il centro della nostra fede: Gesù Cristo, morto e risorto.
E’ il fare memoria che Dio si è fatto uomo e ha dato la sua vita per noi, anzi per tutti.
Un buon scout sa cosa è necessario per iniziare bene il suo cammino.
A - Occorre provvedere nello zaino un equipaggiamento adeguato, essenziale.
B - Deve conoscere la carta geografica – topografica, saperla leggere ed evidenziare su di essa i torrenti, le strade, i sentieri e le fonti, non trascurando i rifugi.
C - Deve conoscere bene sé stesso, le sue forze, possibilità, limiti per intraprendere questo cammino di quaranta giorni e premunirsi del necessario per digiunare dal male, per la preghiera e le opere della penitenza.
D - Deve conoscere i luoghi, i momenti adatti e le occasioni per rifocillarsi attraverso la parola di Dio, la preghiera e le buone opere.
E - Conoscere meglio il progetto di Dio su di lui e il punto di arrivo, tutto questo con la gioia nel cuore.
Per conoscersi bene è importante dare molto tempo all’ascolto, attento, intenso e partecipe. L’ascolto non di parole vuote o di musica varia, ma del Vangelo; un ascolto fatto di preghiera, fatta con rinunce e in buone azioni compiute a lode di Dio e a vantaggio proprio e dei fratelli. Questo ascolto certamente ci renderà più liberi e leggeri nel nostro cammino.
Questo tempo di quaresima è dedicato all’ascolto di sé, degli altri e di Dio, attraverso la preghiera, digiuno corporale e dal male e viva carità verso il bisogno altrui.
1 - Per ascoltare Dio, gli altri e noi stessi, dobbiamo darci del tempo.
2 - Possiamo aprire il nostro cuore e la nostra mente a Dio con la preghiera.
3 - Per capire meglio le esigenze e i problemi dell’altro devo saper digiunare.
E’ questo esercizio che mi permette di capire e vivere l’essenziale nel mio andare verso la Pasqua e di vivere la carità, cioè la mia disponibilità verso l’altro, per familiarizzare e condividere i doni.
Questi tre elementi, appena annunciati, li possiamo mettere nello zaino, non ingombrano e non pesano, i nostri passi mossi in compagnia di Gesù, ci faranno scoprire la gioia di donarsi a Dio e ai fratelli.
E’ bello in questo nostro camminare vedere come la strada ci si apre davanti facilmente, quando il vento si sospinge alle spalle, quando la rugiada caduta per terra non permette alla polvere di alzarsi, quando la gioia è sul nostro volto, le lacrime della fatica dicono la nostra gioia per la conquista raggiunta e quando dovesse ancora accompagnarci la pioggia sapere che il sole è pronto a spuntare e che c’è sempre una casa che ci accoglie con tanto calore.
E’ tempo per cambiare questo viaggio che inizia con una sosta per riflettere su di noi e sulla nostra condizione. “ Ricordati uomo che sei polvere e polvere ritornerai “. E’ quindi inutile vantarsi se siamo niente, ma,  “ Convertiti e credi al Vangelo “. La conversione, il nostro viaggio di ritorno a Dio, con una nuova fede, ci permetterà di risorgere, di essere qualcuno, o meglio di essere figlio di Dio, nuova creatura.
* Le Ceneri poste sul nostro capo manifestano la volontà di trasformare anche il nostro vivere e il nostro cuore. Incontreremo in questo nostro cammino altri segni che ci aprono alla speranza per una vita nuova: l’acqua – la luce.
1 - L’acqua ci ricorda il nostro battesimo e la notte di Pasqua noi faremo ricordo rinnovando le promesse, segno della vita nuova che risorge appunto dall’acqua, che ci lava dal peccato.
2 - La luce, durante la Veglia pasquale viene acceso un grande cero, o vicino al fonte battesimale o vicino all’altare: è la luce di Cristo, luce che illumina ogni uomo e porta la gioia.
Ecco cosa scopriamo in queste domeniche quaresimali.
1a domenica – Gesù dopo che ha ricevuto il battesimo va nel deserto, da solo mosso dallo Spirito appena disceso su di lui nel battesimo:
lui riflette, cerca di capire qual è il disegno del Padre, prega.
Perché nel deserto? – perché è luogo per stare soli con se stessi, per incontrare Dio. Il deserto è una buona occasione, per noi scout, è una
nostra disciplina, come hike e la route, per scoprire con attenzione quello che siamo, quello che facciamo per fare meglio; ed è una sfida, conoscendoci bene, per cambiare in vista di fare cose buone per noi e per gli altri. E’ tempo per pensare ciò che è veramente importante, e trovare amici che ci possono aiutare. Per questo, il deserto, è luogo per allontanare la pigrizia, la tristezza, l’offesa e il tenere il broncio, per aprirci alla pazienza, al perdono, per cercare vere amicizie.
2a domenica – quante arrampicate sui monti senza aver rinnovato nulla in noi, sebbene salire sul monte è faticoso e grandioso insieme. Il monte ci permette di spaziare fra cielo e terra, di vedere meglio le cose, di fare nuove e ricche esperienze. E’ quello che Gesù e i discepoli hanno sperimentato alla presenza di Dio. Il segno della luce sul volto e sulle vesti mette in luce e ci fa scoprire la verità su Gesù. La presenza di Mosè, che ha ricevuto, dopo un lungo cammino, la legge sul Sinai, e di Elia, che annuncia con chiarezza le cose di Dio, ci insegnano a camminare con Gesù e a scoprire la legge dell’amore, per scegliere e capire ciò che è buono per noi e per gli altri. La
trasfigurazione è cambiare, è forza di perdonare l’offesa e di volere più bene a chi ci dà sempre o più fastidio. 

3a  domenica – da sempre sappiamo che il Signore abita in Chiesa, è il luogo dove noi ci presentiamo per la preghiera. Ma qual è la sua vera casa? Sappiamo che Dio è presente ovunque, che noi possiamo rivolgerci a lui in ogni momento e in ogni luogo. Ogni spazio della terra, lo scout lo sa, è luogo adatto per la preghiera, basta l’intenzione e il
raccoglimento. Non possiamo incontrare Dio in un mercato rumoroso.
Gesù ci ricorda che noi siamo il tempio di Dio, santificato nel battesimo, che il nostro cuore è casa di preghiera, perché l’uomo è sua immagine. Dio abita in ciascuno di noi, in ogni momento e situazione della vita. Noi diventiamo lo spazio della preghiera, luogo di perdono e di amore. In noi stessi possiamo provvedere tutto l’occorrente per celebrare l’incontro, l’ascolto, il silenzio
d’affetto che condivide ogni cosa. Chi segue Gesù impara ad essere un vero tempio del Signore.
4a  domenica – per riflettere la luce d’amore di Dio è importante vivere la verità. Le strade sono mezzo per congiungere le nostre città. Tutte le strade portano a Roma, è un vecchio detto che chiarisce bene che in ultimo dall’intrigo delle nostre strade, arriviamo al punto desiderato. Le strade congiungono, case, scuole, stadi, ospedali, chiese e cinema e ancora altro. Noi però scegliamo la
strada giusta, più veloce e comoda quando sappiamo dove vogliamo arrivare. Certamente è più facile se c’è qualcuno che conosce la strada, la direzione. E’ importante conoscere chi ci indica la strada luminosa dell’amicizia, della condivisione, del rispetto, del perdono e ad evitare le strade della cattiveria, del peccato, dell’odio e dell’avarizia. Gesù nel suo Vangelo ci dice:  “Io sono la via “, è importante andare con lui.
5a  domenica – camminare con Gesù, vuol dire cambiare. Conosciamo
persone che vogliono incontrare Gesù, ma è solo curiosità, perché non hanno il coraggio di cambiare vita. Altre invece scoprono qualcosa di nuovo che le affascina, le sue parole e il suo comportamento. Il suo insegnamento è particolare, è un modo nuovo di intendere la vita, nel parlare con gli altri c’è affabilità, dimostra amore, comprensione, non umilia mai e invita alla gioia e alla speranza. Per fare molto frutto, ci propone, di avere fiducia come il chicco che caduto in terra, muore. E’ necessario affrontare fatiche e sacrifici per poter
risorgere a nuova vita, abbandonare il vecchio e camminare rettamente  secondo il progetto di Dio. Gesù non lo insegna soltanto, ma lo ha vissuto prima di noi e per tutti noi, invitandoci a seguirlo. Il suo esempio è chiaro, ora a noi il compito di attuarlo.
Domenica delle Palme – Il viaggio è quasi giunto al termine, lungo la strada Gesù ha dato amore, perdono, conforto, ora dà se stesso per la vita di tutti. Sono questi gli ultimi passi verso il Calvario, i passi fatti preghiera più intensa, di amore e di condivisione, della tristezza e poi della festa pasquale. Siamo ormai giunti a Gerusalemme e Gesù vuole entrare, ma cavalca un puledro, non sono i suoi piedi a oltrepassare la soglia. La gente urla, agita rami e canta Osanna al Figlio di Davide.
Giovedì Santo – Col gesto di lavare i piedi ai suoi, Gesù compie un atto di accoglienza verso coloro che hanno percorso tutte quelle strade della Palestina, passando per strade polverose, le spiagge e i torrenti. Piedi che nell’andare hanno portato la Parola di Dio e annunziato il suo regno. Ma il gesto più sacro di questo giorno lo vediamo quando, a tavola, indica la strada vera da percorrere: “ Come faccio io, fatelo anche voi “. Poi dona se stesso come nutrimento: nel pane e vino, il suo corpo e il suo sangue, condiviso con i suoi, sono per noi il segno che Gesù si è fatto tutto a tutti. Per questo dono e
per la sua  presenza in mezzo a noi ha costituito ministri del sacramento i suoi dicendo loro: “fate questo in memoria di me”.
Venerdì Santo – E’ un giorno triste questo, ma conduce alla luce, sono passi . appesantiti dalla croce lungo la salita verso il Golgota, umiliato e frustato dai soldati, Gesù abbraccia la croce e prega. 
Lungo il tragitto incontra quelle donne che lo avevano seguito e aiutato nel suo ministero nell’annuncio del regno e, la madre, a lei dedica poco tempo, non per ricevere conforto, ma per ringraziarla della sua opera. Ora sulla croce con le braccia aperte abbraccia tutti.
Sabato Santo – Il viaggio è terminato, Gesù è chiuso nel sepolcro. E’ come il seme nella terra, tutto solo, è morto. Questa morte produrrà molto frutto.

E’ Risorto.
Ora Pietro e Giovanni salgono al sepolcro, Pietro entrò e vide i teli in ordine,  posati a parte. Anche Giovanni entrò e vide e credette. 

DAVANTI A TE, SIGNORE
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Nel bosco c'è

la luce

per un buon cammino..