Perché  

 

CRISTIANO.


Non perché credi in un dio.

Ma perché credi in Gesù Cristo, che è Dio.
Accetti la sua parola. Vivi l’insegnamento del Vangelo.

Credi nella persona umana di Gesù Cristo.
Ogni bambino compie ogni sua azione per abitudine liberamente o perché è stato formato nel suo crescere e non si domanda il perché delle sue azioni.
Essere adulto nella fede comporta un aderire a ciò che si crede e scegliere liberamente in piena coscienza.
Gesù… uomo giusto.
Vissuto ormai due secoli fa, proveniva da una famiglia ebrea, faceva il falegname aiutando il padre putativo, Giuseppe, nella città di Nazareth. Il popolo Ebreo era piuttosto religioso, governato da leggi che s’ispiravano a quella di Dio (trasmessa a Mosè). I loro sacerdoti esercitavano anche l’autorità nelle faccende pubbliche.
L’imperatore governava da Roma su tutto il mediterraneo con le sue truppe.
Gesù non era un uomo famoso, anzi era del tutto sconosciuto, sebbene il popolo era in grande attesa di un liberatore, di un Messia che li avrebbe liberati dalla schiavitù di Roma, come già allora Mosè dall’Egitto.
Non possedeva alcuna ricchezza umana, ma solo quella morale, un mestiere umile, senza ambizioni politiche. Mai nessuno per scelta era stato più povero e umile di lui, ma vero uomo retto.
Viene descritto dai suoi contemporanei come: UOMO GIUSTO.
Ha parlato con libertà e della libertà e con grande dolcezza. Ha insegnato le vere vie dell’amore, della giustizia, della sincerità, praticandole in prima persona.
La gente di allora non era certamente migliore di quelle del nostro tempo. Gesù quale maestro di vita insegna: il vostro parlare sia secondo sincerità.
Si se è si – No se è no, perché il di più è del Maligno.
Fate agli altri tutto quello che volete che gli altri facciano a voi.
L’amico Pietro ce lo presenta in questo modo:
Cristo ha sofferto per voi,
egli non ha commesso peccato,
non ha mai ingannato nessuno,
se offeso, non contraccambiava;
se maltrattato, non minacciava,

ma si affidava alla misericordia di
Dio, perché lui solo giudica giustamente.
Gesù non parla di sé, ma di Dio.
E lo fa solamente perché noi lo crediamo un essere onnipotente, ma lontano da noi, a lui nulla sfugge, o lo pensiamo un giudice severo.
Gesù ce lo presenta come un padre buono che ama, quasi un innamorato dell’uomo, che si preoccupa delle persone, ci conosce e si dona tutto a noi.
Gesù ci ricorda che sebbene noi spesso viviamo da cattivi, sappiamo però provvedere cose buone per i nostri figli.
Dio è Padre, ci ama e ci vuole con se, per condividere la sua vita in felicità, perché nella sua casa c’è posto per tutti. Il ritornare a lui è un partecipare alla sua stessa vita nell’eternità. Dio è vita e amore.
Noi esprimiamo questa vita di Dio ogni volta che viviamo nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Quale mistero nasconde questo uomo?
Lui conosce la vita intima di Dio. Lui parla con facilità dell’aldilà come se fosse la sua casa.
A tutte le cose quotidiane da un senso nuovo. Ha la forza e il potere di sconfiggere ogni malattia. Richiama con autorità i morti in vita: Lazzaro, la figlia di Giairo e la figlia del Centurione.
Con la sua parola si placa la tormenta sul lago. Lui ha la forza di comprendere le sofferenze e di alleviarle. Si è fatto, lui povero, amico dei poveri e dei peccatori. Offre la pace e si mette a servire. Lotta contro ogni forma d’ipocrisia e ingiustizia. Per questo suo modo di vivere la gente capisce che c’è qualcosa di nuovo, tanto che Gesù è costretto a manifestarlo e dice: “Io e il Padre siamo una cosa sola” Gv. 10,30
A coloro che sono increduli dice: “Chi vede me, vede il Padre” Gv.10,33
Il mistero viene svelato.
Il popolo seguendo la vita di Gesù, comprende che è il Dio fattosi uomo, per rivelarci il volto del Padre. E’ quindi Dio, che viene tra noi, s’interessa dell’uomo, sua creatura,
anche dell’uomo del nostro tempo.
Ma anche nel cuore di ogni uomo c’è un grande desiderio di conoscere
Dio e a stento riesce ad avvicinarsi a lui se non è accompagnato.
Cristo si fa nostro fratello per guidarci al Padre.
Attraverso Gesù noi scopriamo che Dio non è lontano da noi. “In Gesù, Dio si è fatto uomo” Gv. 1,14
L’uomo vuole conoscere la verità, vuol sapere ciò che è giusto e cosa ci aspetta dopo la morte. Gesù si presenta e dice: “Io sono la Via, la Verità e la Vita” Gv. 14,6, aiutandoci così a scoprire il senso della vita e della nostra morte. Anche se il nostro cuore è provato dal male, dalla sofferenza, dal peccato e dalla miseria, ogni uomo ha nel cuore il desiderio di vera liberazione.
Gesù si presenta come il vero liberatore, lui infatti è mandato: “Ad annunciare la liberazione, a dare la vita, a portare conforto agli oppressi e proclamare la buona novella”: Lc. 4,18
Aprendoci a lui raggiungeremo la pienezza di vita di Dio.
La nostra fede.
Gesù durante la sua vita terrena ha conosciuto molti nemici, ancora oggi molti lo rifiutano, perché mentre il mondo degli uomini viveva di falsità, lui praticava e insegnava la verità: anche Pilato non la conosceva: “cos’è la Verità”. Gli uomini erano interessati al potere e
alla gloria, mentre lui dice apertamente di essere venuto per servire, nel frattempo la società viveva nell’egoismo, lui portava amore.
Questo suo modo di vivere dava molto fastidio, così i capi del popolo e i sacerdoti del tempio hanno pensato di farlo morire per poter essere liberi nei loro soprusi. E’ l’odio, è la violenza, l’ingiustizia e l’egoismo del mondo che avevano dentro che li spinge a
condannarlo a morte. Egli era venuto per salvare e già conosceva quello che lo aspettava, tanto che ai suoi discepoli aveva detto: saliamo a Gerusalemme, là sarò consegnato, mi condanneranno a morte, mi metteranno in mano ai romani, mi scherniranno, mi flagelleranno e mi uccideranno: e dopo tre giorni risusciterò. Mc. 10, 33-34
Fu condannato alla morte in croce, questo era il supplizio riservato agli schiavi; ma lui diceva: “amate i vostri nemici, pregate per chi vi perseguita, fate del bene a chi vi fa del male” Mt. 5,44
Morì perdonando tutti, della sua morte ha fatto il più grande atto di amore.
Il suo corpo straziato fu posto in una tomba scavata nella roccia. Il terzo giorno, che noi ora diciamo la Domenica è risorto e i suoi amici trovarono la tomba vuota e in ordine.
In un primo tempo pensarono che qualcuno lo avesse trafugato, ma poi si sono convinti; quando lo hanno incontrato risorto , quando gli hanno parlato, lo hanno toccato e quando hanno mangiato con lui che era veramente vivo con loro, come aveva preannunciato.
Così annunciarono al mondo la loro fede con certezza: è risorto il terzo giorno, il condannato è vivo, l’ingiustizia non ha trionfato.
Ogni ingiustizia sarà sanata e l’amore vincerà sull’egoismo. La sua risurrezione è già annuncio della nostra risurrezione se avremo creduto e collaborato con lui. Con lui siamo chiamati a combattere tutte le ingiustizie e ad amare Dio e gli uomini, sempre.
La nostra fede si esprime così:  “ Io credo in Gesù, Figlio di Dio fatto uomo, morto e risorto per noi”.
Nella morte e risurrezione è racchiuso il fondamento di tutta la nostra fede.
Ora che conosciamo qualcosa di più su Gesù, crediamo veramente in lui?
 Gesù stesso dopo aver donato la vita ad un cieco nato, gli domanda:
“tu credi nel Figlio di Dio?” quello risponde: “Credo, Signore” Gv. 9,35-38
Non possiamo rimanere indifferenti davanti all’amore di Cristo per noi, dobbiamo saper dare la nostra risposta se abbiamo accolto la sua parola; ma non dobbiamo essere precipitosi se vi sono ancora in noi incertezze, Dio darà la luce necessaria per comprendere.
In questa ricerca è importante per noi il tempo della preghiera, la riflessione e il colloquio, è così scritto nel libro degli Atti (4,12) “solo in lui c’è salvezza”. Noi certamente non vogliamo rifiutare la salvezza, è l’unica speranza per una vera liberazione. “Io credo,
Signore, ma tu aiuta la mia incredulità” Mc. 9,24 – E’ la preghiera di un dubbioso che cerca chiarezza. Ogni preghiera rivolta a Dio ci aiuta nelle nostre difficoltà.
Gesù offre la vita nuova in chi crede in lui; così leggiamo in Giovanni (1,12) “ a coloro che lo accolgono, Gesù dà il potere di diventare figli di Dio”. Ora credendo in Gesù, il Signore risorto, entriamo nella vita nuova che solo lui può donarci.
Per compiere la sua opera, Gesù, ha abbandonato il suo lavoro e il suo paese e nelle varie città di Israele si è trovato amici perché lo aiutassero; era gente semplice, agricoltori, pescatori e li invitò così: “venite con me, vi farò pescatori di uomini” Mc. 1,7, mentre a
un esattore di tasse, a Matteo, disse: “vieni e seguimi” Mt. 9,9, da tutti era considerato un grande peccatore per il lavoro che svolgeva a favore dei Romani.
Tra tutti questi ne scelse dodici, li chiamò APOSTOLI, cioè inviati, loro annunciavano la Buona Novella, “il Vangelo”. Prima di inviarli, però, li tenne con sé per molto tempo, preparandoli alla missione; questi approfondirono la sua parola condividendo la sua vita. Grande fu la loro trasformazione di vita che:”Tu hai parole di vita ” Gv.6,68, disse un giorno Pietro, tanto da offrire la vita fino alla morte nell’annunciare la sua morte e risurrezione.
I quattro Vangeli che noi conosciamo, sono frutto della loro predicazione e sono detti libri del Nuovo Testamento. L’annuncio del Vangelo è fatto perché tutti possiamo diventare amici di Gesù. La vita del credente è vita d’amicizia, dopo che Gesù ritornò al Padre, i suoi amici continuarono a vivere insieme, formando una comunità detta la “Chiesa” sotto la guida di Pietro.
Gli amici di Gesù costruiscono e costituiscono la sua Chiesa. Non si può vivere isolati, perché Gesù ha promesso che: “Dove due o tre di voi sono radunati nel mio nome, io sono in mezzo a loro”. Mt. 8,20
Il messaggio d’amicizia di Gesù si vive in comunione.
Coloro che accolgono e vivono il messaggio di Cristo iniziano a vivere una vita nuova, uno stile e un agire in semplicità. Ecco perché è importante “nascere di nuovo” ci dice Gesù, attraverso la vita di GRAZIA. Gv. 1,12-13 – Così leggiamo nel Vangelo: “a quanti lo
accolsero, diede potere di diventare figli di Dio, perché nati da Dio”, quindi non solo nati da volontà umana.
Ogni uomo sente il bisogno di rivolgersi al Padre, attraverso la preghiera di lode e di ringraziamento.
Tutti possono rivolgersi al Padre manifestando il proprio amore, lo Spirito di Dio ci guiderà nella preghiera, perché noi non siamo capaci di rivolgerci con parole appropriate. Rom. 8,26.
Ed è sempre lo Spirito che ci conferma che noi siamo veramente figli di Dio. Rom. 8,16 – Ed è ancora lo Spirito che ci aiuta a invocare Dio come: “Papà”. Gal. 4,6.
Molte delle nostre preghiere trovano fondamento dal Vangelo; pregare è parlare e ascoltare Dio, la sua parola, con amore. Gesù, quale maestro di preghiera ci insegna a rivolgerci al Padre:” Ti ringrazio…ti lodo perché così hai voluto…” Mt. 11,25-26.
Ogni persona che ama, orienta verso l’amato tutto quello che fa, offrendo la sua vita e fatica per lui. Così il credente orienta tutta la sua vita verso il suo Signore. L’apostolo Paolo ci invita a :”fate tutto a gloria si Dio” 1Cor. 10,31. L’amore non è solo  sentimento, ma è fedeltà e disponibilità a condividere la vita nella buona e cattiva sorte. Il credente sa sempre trovare il tempo per un colloquio con il suo Signore, specie nel tempo della prova. Gesù stesso, sebbene assorbito dai bisogni della folla, non rinunciava al suo colloquio con il Padre. Mc. 1,32-35. La preghiera che si vive in comunità , crea comunione, ci fa sentire sempre più fratelli che invocano l’unico Padre. Per seguire Cristo nella fedeltà della vita, ci sono offerti dei doni che chiamiamo Sacramenti. I Sacramenti sono segni e doni, questi ci aiutano a capire e a vivere, sono espressione di ciò che noi viviamo e amiamo, di questi noi ne abbiamo bisogno già da piccoli per crescere nella statura di Cristo e accorgerci che siamo veramente amati. Gesù è il grande sacramento di salvezza: “ chiunque vede il Figlio e crede in lui ha la vita eterna”. Gv. 6,40 – Gesù manifesta la sua presenza nell’opera della Chiesa, che è segno e strumento di salvezza, attraverso la quale annuncia e comunica la vita nuova. Ogni volta che nella Comunità si celebra un sacramento,

Cristo è presente, e si esprime la propria fede in lui.

DAVANTI A TE, SIGNORE
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