L'incontro con Cristo cambia il nostro modo di essere, cambia il cuore.
Il nostro cambiamento di vita può essere prodotto da tante situazioni quali: quella economica, da malattia, incidenti e cose di questo genere, ma è un cambiamento puramente materiale e di comportamento.

Quando noi subiamo un vero cambiamento è perché abbiamo incontrato una persona, che con la sua amica parola, ci ha fatto riflettere e gustare il nuovo che proponeva, lui infatti ha saputo ascoltarti e ha dimostrato amore – attenzione nei tuoi riguardi, così che ti fidi di lui.
Il Vangelo ci presenta molti di questi incontri tra Gesù e la gente comune, che lo cercano o che lui stesso cerca per proporgli la novità della sua vita.
Sarà lo sguardo o la sola parola a far si che abbandonano ogni cosa e lo seguono.
La nostra curiosità è grande e ci domandiamo quale stratagemma usi Gesù per convincere – cambiare la mente e il cuore della gente e attirarli a se.
Già l’evangelista Marco (10,21) ci presenta un giovane che domanda cosa deve fare per avere la vita eterna, la domanda ci appare seria e impegnativa, tanto che, dice Marco, lo sguardo di Gesù si posò su di lui e l’amò, dicendogli di lasciare tutto e seguirlo. Sebbene la domanda sia stata importante, il cuore del giovane non era ancora convinto, aveva molti beni e non voleva perderli, il cuore era troppo legato alla ricchezza terrena che impediva di scoprire la nuova ricchezza suggerita. Lui si tira indietro.
Leggiamo un’altra pagina di Vangelo dove Luca (19,1-11) ci presenta un personaggio non amato dal popolo per il suo lavoro a vantaggio dei Romani, era poi considerato un peccatore, ma in lui c’era un grande desiderio di conoscere – cambiare vita e cerca di vedere Gesù, ma è Gesù che lo vede e chiamandolo, per nome, si invita a cena in casa sua, stupore e gioia nel cuore di questo che si sentiva solo e abbandonato. A cena, davanti a tutti la sua confessione e un grazie per questa visita a Gesù e diciamo un amore profondo, infatti lascia tutto e lo segue.
Noi rimaniamo stupiti per il modo con cui Cristo si sia invitato in casa del pubblicano, ma Gesù è venuto per cercare e salvare, Lui poi conosce il cuore di chi lo cerca – desidera e si fa conoscere per primo.
Zaccheo si libera di tutto (del peccato) ciò che aveva rubato e lo restituisce ai poveri, ha trovato la pace, questa è infatti la risposta di Gesù: “la pace è entrata in questa casa” non solo in Zaccheo, ma di tutta la sua famiglia.
Non racconto tutti gli altri incontri di Gesù, li conosciamo, e per ognuno di essi scopriamo un nuovo modo di vivere la vita e un farsi discepolo di questo Maestro che ha parole nuove.
Penso che anche a noi, quando abbiamo l’occasione di incontrare – conoscere Gesù, qualcosa di nuovo entri nella nostra vita e favorisca un modo nuovo di leggere e condurre la vita con più impegno e soddisfazione nel cuore.
Credo che un vero cambiamento in noi possa realizzarsi quando abbiamo il coraggio di conoscere il significato di queste tre parole e di dirle con grande convinzione. Perdonami, Grazie, Ti amo (ti seguo).
Ci vuole una carica di umiltà per scusarci davanti alle persone e davanti a Gesù, quando siamo coscienti che abbiamo sbagliato. Tanti sono i momenti della nostra vita e tante le occasioni di sbaglio: molti sono i compiti che la vita ogni giorno ci chiede e non sempre siamo disposti a svolgerli, come l’amore collaborativo con i genitori, noi pretendiamo sempre, verso le tante persone che incontriamo nel nostro lavoro, ovunque, il nostro modo di parlare, i giudizi, le ritiche, maldicenze, vanità e altro…
Il nostro modo di parlare con arroganza (frutto di una superbia ben custodita in noi nel crederci sempre superiori agli altri), il lavoro svolto con negligenza, il tempo perso e le tante omissioni.
Credo che non costi nulla dire una buona parola o condividere con altri i momenti difficili della vita, e anche quelli lieti che spesso non ci vedono presenti perché infantili o altro…
Quando ci accorgiamo che il nostro operare non è svolto come si deve, chiedere perdono è un avvicinarsi alla persona (a Dio) per dirgli che lo ami, che non lo hai riconosciuto o voluto riconoscere presente nel fratello.
L’altra parola molto importante e che noi usiamo solo quando ci viene fatto un complimento, è usata molto poco. E’ la parola Grazie.
Ci sono molti momenti nella giornata che la nostra bocca dovrebbe dire continuamente  un “grazie” rivolto a Dio e al nostro prossimo che ci accompagnano nel nostro vivere con il loro lavoro, aiuto, consiglio e ogni forma di aiuto e benevolenza. Dobbiamo dire – grazie – anche a noi stessi, quando con fedeltà svolgiamo il servizio affidatoci e ogni fatica della giornata.
Un grazie a Dio, lo dimentichiamo, a Lui chiediamo, ma poi scivoliamo per i nostri affari, come i nove lebbrosi guariti del Vangelo, uno solo infatti torna indietro a ringraziare, è Lui che guida e sostiene il nostro cammino, la nostra vita è nelle sue mani. Quanti doni riceviamo e abbiamo nel passato ricevuto dal suo amore. Pensiamo al nostro corpo con tutte le sue funzioni, la nostra intelligenza che può, con il suo aiuto, portarci fino a Lui, il nostro cuore, quando è aperto, può offrirsi per doni di servizio verso altri per dimostrare amore e comunione. Dire – grazie – non costa molto, ma è anche segno di buona educazione.
L’ultima parola difficile è dire: Ti Amo, cioè  (ti seguo ).
Questa parola sentiamo di dirla quando conosciamo veramente la persona e quando di lui, non per le parole che ci rivolge, ma per la vita che conduce e siamo sicuri della sua fedeltà nel gestire il nostro amore verso di lui e nel condividere il suo amore – attenzione con noi.
Chi si avvicina a Gesù, scopre che è una persona che ama veramente, il Vangelo ce lo presenta sempre con una tensione di benevolenza verso tutti coloro che sono in gravi difficoltà.
Alle sofferenze fisiche e morali del popolo, Lui interviene con guarigioni e perdonando i peccati.
Guarisce i ciechi, i muti, i sordi, gli zoppi e resuscita anche i morti, l’amico Lazzaro restituendolo alle sorelle Marta e Maria, i due giovani, il figlio della vedova e del centurione, moltiplica il pane per tanta gente perché non venga meno lungo il cammino e si dona quale nuovo pane per la vita, donando se stesso sulla croce come segno di un grande amore per noi.
Gesù non tradisce, quando lo conosci non puoi non dirgli “ti amo, cioè ti seguo”
E’ Lui la via sicura che dona ogni soddisfazione e ti conduce con gioia alla gioia piena, traboccante.
C’ è voluto del tempo per capirlo, e credo che ce ne vorrà ancora tanto, ma incontrarlo ogni giorno, nella preghiera, nella sua parola (Vangelo) e nel compiere bene il mio servizio quotidiano, favorirà un continuo rimanere in Lui per seguirlo con fedeltà.
Quando penso a Lui, rimango con Lui in preghiera, provo tanta gioia e mi sento ricompensata per quel poco che ogni giorno riesco a fare, ma è uno stimolo per migliorarmi sempre.
Ogni incontro che rinnoviamo con Lui è una ricchezza che porta soddisfazione nella vita.

DAVANTI A TE, SIGNORE
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