Amatevi come io vi ho amato. N. 3
Sappiamo che il sepolcro non è il termine del cammino della vita di
Gesù, Egli risorge il terzo giorno. La sua obbedienza al Padre e il
suo totale amore per gli uomini trovano piena compiacenza presso il
padre in una vita inesauribile. Per il dono del suo Spirito noi
partecipiamo della sua risurrezione e questa è per noi garanzia per
entrare nella via della vita. Con l’aiuto dello stesso Spirito anche
noi possiamo vivere il comandamento lasciato ai suoi:”che vi amiate
gli uni gli altri”. Gv 13,34. Progetto di vita del cristiano è
annunciare con la vita che Dio è AMORE.

Più forti del peccato.
Il peccato è sempre rifiuto di Dio e della sua legge e anche pretesa
di stabilire noi ciò che è bene e male. Gesù con la sua vita ci offre
la grazia per lottare contro il male; questo dono si manifesta nella
sua Chiesa che è segno e strumento della sua azione liberatrice. La
sera della sua risurrezione ha affidato ai suoi il compito di
perdonare i peccati. Lc 24,46-49. Così sta scritto: Cristo dovrà
patiree risuscitare dai morti e nel suo nome saranno predicati a tutti
la conversione e il perdono dei peccati. Prendiamo coscienza che la
grazia del Signore è più forte quando la potenza del peccato ci ha
sconfitto e mortificati, e Lui col perdono nel sacramento della
Confessione o Penitenza, ci riveste della nostra prima dignità. Col
sacramento della Penitenza i cristiani ricevono dalla misericordia di
Dio il perdono per le offese fatte a lui e nello stesso tempo si
riconciliano attraverso il ministero della Chiesa con la Chiesa stessa
di cui sono parte. La celebrazione è momento forte di conversione per
l’intera comunità, è momento di fiducia in Dio e di nuova speranza
perché in Cristo i peccati vengono perdonati. La Chiesa che prega e fa
penitenza è strumento di perdono e di giustizia, nel sacerdote
troviamo il gesto e il saluto della pace. L’apostolo Giovanni ci
ricorda che Gesù è nostro avvocato presso il Padre. 1Gv 2,2. Egli è
anche la vittima di espiazione dei peccati del mondo.
Attraverso l’ascolto della parola di Dio rivela il suo amore per noi,
ci aiuta a riconoscere le nostre debolezze e i peccati per affidarci
alla sua misericordia. Per progettare con coraggio le scelte del
nostro vivere ci sono di valido aiuto l’esempio dei buoni e la
correzione fraterna dei saggi. La conversione richiede un continuo
cammino di fede, per raddrizzare la strada della nostra vita
nell’amare Dio con cuore puro e seguire Gesù con più fedeltà.
Conoscendo poi la fragilità della nostra volontà, possiamo trovare
forza nuova dalla preghiera della Chiesa e nella Chiesa – le
celebrazioni sacramentali – che ci sostengono nell’impegno sincero e
coraggioso contro il peccato.

Rinnovato impegno.
Conosciamo la preghiera del povero malato: Gesù, figlio di Dio, abbi
pietà di me peccatore.
E’ nel segreto che il sacerdote ascolta la confessione, ma dopo di ciò
non possiamo più guardare al passato, bensì al futuro e decidere con
coraggio insieme al sacerdote programmi di bene. Manifestiamo il
pentimento per le offese arrecate a Dio e ai fratelli e promettiamo
per l’avvenire più coraggio e fedeltà al bene. Il perdono datoci dalla
chiesa nel nome di Cristo è manifestazione della potenza di Dio, Lui
infatti può tutto. Chi può rimettere i peccati se non Dio solo!
L’incontro nel sacramento richiede un impegno stabile di conversione e
di carità per vincere la forza del peccato e scegliere di vivere la
vita nuova propostaci da Gesù. E’ Dio che ci ha amati per primo e Gesù
per noi è morto e lo Spirito una volta convertiti ci ridona la dignità
di figli. I frutti del perdono sacramentale sono grazia, gioia e pace,
libertà e nuova speranza. L’impegno che ci viene chiesto al termine
del sacramento è un aiuto sicuro per rimanere in stato di conversione
e vivere ogni giorno la vita nuova.

DAVANTI A TE, SIGNORE
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